La recente proposta di regolamento dell'Unione Europea, presentata il 16 settembre 2024, mira a stabilire le possibilità di pesca per il 2025 nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Essa nasce con l'intento di conciliare la conservazione degli stock ittici con gli interessi economici e sociali delle comunità di pesca, ponendo l'accento sulla sostenibilità. Tuttavia, un'analisi critica mette in luce diverse problematiche legate alla formulazione del regolamento e all'effettiva capacità di garantire una gestione sostenibile a lungo termine.
Criticità sui dati scientifici e sulla gestione degli stock
Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la selettività dei dati scientifici utilizzati per giustificare le misure proposte. Il regolamento si basa su evidenze positive relative a miglioramenti di alcuni stock ittici, ma trascura situazioni critiche in altre popolazioni di pesci. Questo approccio parziale rischia di fornire un quadro eccessivamente ottimistico e non del tutto rappresentativo della realtà.
Il principio di precauzione e la gestione della pesca
Il principio di precauzione, richiamato più volte nel regolamento, ha un ruolo centrale nella gestione del rischio in condizioni di incertezza scientifica. Tuttavia, l'applicazione di tale principio rischia di generare un effetto distorsivo, introducendo norme restrittive anche in assenza di evidenze empiriche chiare. Il regolamento potrebbe beneficiare di una maggiore trasparenza sul processo decisionale mediante l’accesso in chiaro alle basi scientifiche delle misure proposte.
Limiti dell'approccio generalizzato
Un altro punto critico è l'approccio generalizzato adottato nel regolamento, che non tiene sufficientemente conto delle peculiarità regionali degli ecosistemi marini. Ogni area del Mediterraneo e del Mar Nero ha caratteristiche uniche che richiedono strategie di gestione specifiche. L'estensione indiscriminata delle stesse misure a tutte le aree potrebbe ridurre l'efficacia degli interventi.
Sfide tecnologiche e regolamentazione della pesca illegale
La proposta di regolamento non affronta adeguatamente l'impatto della tecnologia avanzata e delle attrezzature illegali, come le trappole multifilo per la pesca del pesce spada. Questi strumenti, non autorizzati ma ampiamente utilizzati, aggravano la situazione degli stock già in sofferenza. Un controllo più rigoroso e l'introduzione di tecnologie di monitoraggio avanzato sono necessari per contrastare la pesca illegale e promuovere pratiche sostenibili.
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